Il Coordinamento Donne ha come obiettivi la promozione delle politiche di pari opportunità, l’analisi e lo studio delle dinamiche sociali e lavorative delle donne per contribuire a diffondere ed alimentare una cultura ‘di genere’ a tutto tondo, prestando particolare attenzione al tema della conciliazione vita/lavoro.
A tale proposito è bene puntare un faro su quelli che sono i dati statistici pubblicati dall’Unione Europea in merito alle disparità di genere a livello occupazionale
L’attuale contesto europeo vive una persistente fase di crisi provenienti e risultati dalla pandemia e dall’instabilità geopolitica, nonché dalla crisi climatica.
In tale scenario le disparità di genere si moltiplicano e nuove ma in realtà vecchie sfide impongono delle politiche pubbliche debbono fornire risposte capaci di raggiungere uomini e donne in egual misura.
Dalle statistiche del “gender policies report” dell’istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche ( Inapp) si evince un incoraggiante crescita sul mercato del lavoro che dovrebbe indurci ad esultare, le stesse statistiche, però, illustrano un persistente ed importante gap di genere, continuando a riservare alla componente femminile una posizione subalterna.
Sebbene i dati Istat, relativi all’ottobre del 2022 mostrino un tasso occupazionale totale pari al 60,5% una lettura divisa per genere mostra che la dinamica di crescita resta per le donne, rilegata ad un occupazione ridotta e precaria e un forte ricorso al part-time
Nella fattispecie e parlando di numeri, il gap di genere tra gli occupati era pari al 18 punti percentuali, con tasso di disoccupazione a 9,2 per le donne contro 6,8 per gli uomini.
In parallelo, l’analisi dei dati Inps sull’andamento dei contratti arrivati nel primo semestre 2022, conferma lo scenario di una crescita del lavoro femminile all’insegna della precarietà e della debolezza contrattuale, del regime ad orario ridotto e conseguentemente minori redditi.
Questo si traduce in una gabbia in cui le donne molto spesso si trovano, non avendo la possibilità di strutturare un futuro di vita fondato su basi economiche solide, poiché il mercato del lavoro rafforza la condizione di debolezza forzata, data dalla compresenza di due criticità: la forma precaria contrattuale e il tempo parziale.
Anche i dati sulla conciliazione vita-lavoro non sono incoraggianti evidenziando un mercato del lavoro italiano più rigido della media europea.
Le donne, sia in Europa che in Italia, hanno minori opportunità di flessibilità rispetto agli uomini, che sono spesso chiamati ad adattare i propri orari quotidiani a improvvise richieste aziendali.
Il tema della flessibilità degli orari rappresenta un fattore cruciale in materia di prospettiva di genere perché si lega fortemente al tema della cura e dalle analisi dei dati tratti dalla “Quinta indagine Inapp sulla qualità del lavoro”. Rivela un forte legame con la percezione della qualità del lavoro, il tutto si traduce con un binomio granitico : a maggior flessibilità lavorativa si adduce e si percepisce una migliore qualità del lavoro, questo concetto è valido sia per uomini che per donne.
fonti statistiche sito Inapp
Coordinamento Nazionale UGL Metalmeccanici donne