«Al fine di dare un segno tangibile di discontinuità con il passato è necessario che non siano i lavoratori a pagare la malagestione del passato e, invece, siano attivate tutte le misure necessarie a traguardare, in modalità congiunta, la ripartenza dei siti produttivi e la migliore tutela dei lavoratori. Alla luce di tutto ciò, e non solo, riteniamo opportuno che il confronto debba essere portato ai tavoli della Presidenza del Consiglio e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per definire gli strumenti necessari al rilancio produttivo ed occupazionale».
Questa la posizione che la UGL Metalmeccanici ha espresso attraverso Adelmo Barbarossa, della Segreteria Nazionale, e da Alessandro Dipino, della Segreteria Provinciale di Taranto, nel corso del primo incontro sulla richiesta di avvio della Cassa Integrazione tra le organizzazioni sindacali e Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria, avvenuto presso il ministero del Lavoro, rappresentato da Romolo De Camillis della Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali,.
«La Cassa integrazione riguarderebbe circa 5200 lavoratori, di cui 4400 per il sito di Taranto e altri 800 suddivisi sugli altri siti produttivi – spiegano i sindacalisti. – Purtroppo, pur comprendendo e conoscendo la situazione nella quale la fabbrica versa, si è chiesto di rivedere al ribasso i numeri per la CIG al fine di ricucire lo strappo tra il management ed i lavoratori e per tali motivazione Acciaierie d’Italia in A.S., rappresentata dal direttore generale Saitta e dal responsabile HR Picucci, hanno confermato la disponibilità ad una misura integrativa salariale al 70% con il riconoscimento dei ratei dell’istituto della 13° mensilità, oltre che nel fornire rassicurazioni circa l’erogazione totale degli adeguamenti contrattuali senza sottrarli dall’assorbibile».
«La strada è ancora da tracciare e pertanto, posti alcuni vincoli, la discussione è stata aggiornata ad altra data, ma il risultato importante da registrare è la disponibilità a trattare sulla questione CIG, a rinsaldare le relazioni sindacali, a riportare nel perimetro della vertenza i lavoratori di ILVA in A.S., nonché, negli incontri futuri, ad entrare nello specifico degli investimenti, degli avviamenti degli impianti, nonché nelle disponibilità economico-finanziarie disponibili e quelle necessarie al rilancio produttivo», concludono Barbarossa e Dipino.
Roma, 2 luglio 2024