“C’è bisogno di un’altra settimana per capire quali saranno le sorti del più grande polo siderurgico d’Europa, quando in realtà bisognerebbe intervenire subito, perché gli impianti non sono in manutenzione, perché i lavoratori degli appalti e dell’indotto rischiano di non prendere lo stipendio per gli scaduti non corrisposti. Abbiamo chiesto, ovviamente, un intervento fermo e celere da parte del governo”. Ad affermarlo in una nota congiunta al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sull’ex Ilva il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, e il vicesegretario nazionale UGL Metalmeccanici con delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli.
“Abbiamo sempre precisato che le risorse, sia i precedenti 300 milioni sia, nell’ultima fase, i 620 milioni di euro, erano da considerarsi soltanto dei palliativi. I fatti, purtroppo, stanno dando ragione alle nostre ripetute denunce, mentre veniamo a sapere che occorre ulteriore tempo e attendere i patti parasociali”, proseguono.
“Dal nostro punto di vista, il governo, pur nell’urgenza che richiedono gli eventi, si sta muovendo con impegno e responsabilità, ma il socio di maggioranza Mittal non sta ponendo le basi per dare continuità e sviluppo al sito siderurgico. Se domani il socio privato non si impegnerà a finanziare il 62% del fabbisogno richiesto da Acciaierie d’Italia, tutte le conseguenze ricadranno sui lavoratori e questo non è più accettabile oltre che ingiusto – aggiungono -. Il governo ha indicato due date, successive a quelle del 22 dicembre per l’assemblea dei soci e del 28 dicembre per il Consiglio dei Ministri, nelle quali saranno riconvocate, tra il 28 e il 29 dicembre, le segreterie nazionali delle sigle sindacali presenti oggi a Palazzo Chigi. L’UGL Metalmeccanici è pronta a fare la propria parte, ma è doveroso ribadire e avvisare che di tempo a disposizione per risolvere la vertenza ce n’è sempre di meno”, concludono Spera e Francescangeli.
Roma lì 20 dicembre 2023