Quando a fine del 2016 venne stipulato il CCNL dei metalmeccanici con un anno di ritardo rispetto alla naturale scadenza, Fim, Fiom e Uilm oltre alle parti datoriali celebrarono con grande risonanza mediatica l’istituzione del fondo sanitario integrativo Metasalute, gestito successivamente dal 2018 dal provider Rbm. In sostanza le Aziende di Federmeccanica e Assistal. pagano un premio annuo di 156 euro annui per dare assistenza integrativa a tutti i lavoratori metalmeccanici e ai loro nuclei familiari conviventi a carico.
Il nomenclatore delle prestazioni prevedeva ogni tipo di copertura dalle spese per ricoveri in strutture convenzionate, visite specialistiche, analisi cliniche, diagnostica di alto livello, interventi chirurgici di ogni tipo trapianti compresi, cure odontoiatriche, riabilitazioni, spese farmaceutiche, occhiali e apparecchi acustici
I lavoratori metalmeccanici in Italia sono circa un milione e mezzo, noi in Ugl metalmeccanici, abbiamo compreso da subito che non sarebbe stato sostenibile dal provider, Rbm Previmedical,, infatti ha cominciato a creare subito problemi agli utenti, rifiutando prestazioni previste dal nomenclatore, come visite specialistiche, prestazioni odontoiatriche e riabilitative, molte strutture sanitarie, specialmente quelle odontoiatriche, ricevevano rimborsi per le prestazioni fornite agli assistiti, con ritardi insostenibili, tanto da rescindere le convenzioni con Rbm e in alcuni casi dove il Provider non ha provveduto al pagamento di quanto dovuto, hanno richiesto somme anche importanti agli assistiti. Noi della Ugl lo avevamo previsto sapendo che per una sanità complementare seria, servivano risorse ben più importanti dei 156 euro, di cui solo 142 andavano effettivamente a RBM. L’assistenza sanitaria integrativa doveva necessariamente disporre di maggiori risorse e garantire le prestazioni più importanti e la medicina di prevenzione. Chi aveva ideato questa soluzione, voleva forse marginalizzare l’assistenza sanitaria pubblica, o magari eliminarla di fatto, per costringere gli utenti successivamente a stipulare polizze sanitarie costosissime, come avviene ad esempio negli Stati Uniti.
Ora ci troviamo in una situazione assurda dove il Gestore sanitario non è in grado di garantire le mirabolanti prestazioni sanitarie, anche per le più banali saranno previste franchigie importanti a carico degli assistiti. Finita l’illusione ora tocca fare i conti con la dura realtà, lavoratori metalmeccanici di fatto non hanno più quanto previsto dal CCNL, in una fase come quella attuale, dove la sanità pubblica combatte la più grave forma di pandemia da oltre 100 anni a questa parte, dove le prestazioni sanitarie pubbliche ospedaliere ed ambulatoriali vengono rinviate di mesi a causa della saturazione delle strutture sanitarie impegnate nella guerra al Covid.
Come Ugl siamo critici rispetto all’illusione della sanità integrativa a totale carico del privato e a spese delle aziende che invece di garantire aumenti economici ben più consistenti hanno concesso, sotto forma di welfare una sanità integrativa che non poteva reggere per mancanza di risorse economiche. Un assoluto fallimento, è stato come promettere la fuoriserie a tutti per poi non garantire neanche una bicicletta.
Coloro che hanno la responsabilità di questo fallimento annunciato, sono noti ai lavoratori metalmeccanici che non possono essere presi in giro perchè hanno capito tutto.