Di fronte al fallimento del piano di reindustrializzazione della ex Embraco e alla ingiustizia del depauperamento del fondo istituito a favore dei lavoratori, abbiamo oggi chiesto al Ministero dello
Sviluppo economico di sventare lo scempio che si sta perpetrando a danno dei lavoratori e di definire un percorso di rioccupazione dei 377 lavoratori coinvolti.
Per quanto concerne il fondo a suo tempo costituito in favore dei lavoratori di Embraco, abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di intervenire per sventare quello che secondo noi è un vero e proprio scandalo, vale a dire che lo stesso sia utilizzato per far fronte ai debiti della Ventures e solo in piccola parte per indennizzare i lavoratori stessi. Ci è stato ripetuto che tutto ciò che sta accadendo è conforme alla legge, poiché deriva dalla proposta concordataria avanzata dal curatore fallimentare, ma si deve trattare di una legge sommamente ingiusta se alla fine porta a riconoscere ai lavoratori licenziati appena 7.000 euro.
Per quanto invece riguarda le prospettive di rioccupazione, è palese che non c’è alcuna speranza concreta di reindustrializzazione con un unico soggetto imprenditoriale, che rilevi il sito e assuma tutte le persone coinvolte. Per questo abbiamo chiesto di varare un processo di rioccupazione, incentivando l’assunzione anche da parte di una pluralità di imprenditori e finanziando una formazione mirata alle effettive opportunità di lavoro raccolte sul territorio.
Il Ministero si è impegnato a riconvocarci nella settimana del 10 gennaio prossimo, proprio per varare un piano di rioccupazione e per verificare le residue possibilità di incrementare i fondi destinati ai lavoratori.
Ma urge fare presto, poiché a detta dello stesso MiSe, dopo il 22 gennaio non vi è purtroppo la possibilità di ulteriore cassa integrazione.
La triste verità è che troppo spesso le così dette reindustrializzazioni non solo non raggiungono lo scopo dichiarato di salvare i lavoratori, ma per giunta le risorse stanziate vengono tristemente sprecate o addirittura finiscono con il compensare lautamente soggetti terzi.
Chiediamo al Ministro Giorgetti e alla viceministra Todde di intervenire immediatamente nella vicenda della ex Embraco e più in generale di ristrutturare le norme e le prassi che regolano le procedure fallimentari e i processi di reindustrializzazione.
Ora l’ultima speranza dei lavoratori ex Embraco è un percorso di incentivazione alla rioccupazione e come sindacato ci batteremo per essa.
Uffici stampa di Fim, Fiom, Uilm, Uglm nazionali
Roma, 15 dicembre 2021