Venerdì 18 si è tenuta la riunione del CAE di FCA, comitato sindacale con funzioni informative e consultive. Durante la riunione è stata illustrata la situazione del gruppo FCA in generale ed europea in particolare. Naturalmente l’impatto della pandemia, con la conseguente caduta di mercato e il temporaneo blocco della produzione, ha provocato una contrazione delle vendite e degli indici di redditività aziendali. Tuttavia già il terzo trimestre ha fatto registrare un rimbalzo positivo, che ha fatto recuperare in parte quanto perso nella prima parte dell’anno. I risultati migliori si stanno registrando in Nord America, mentre in Europa pesano sia la risalita più lenta di mercato sia le nuove normative europee assai stringenti sulle emissioni.
Nonostante il quadro di difficoltà sono comunque confermati il piano di investimenti e di assegnazioni produttive. Ciò vale anche per le fabbriche italiane. Si procede anzi ancor più speditamente sulla strada della elettrificazione, come ha spiegato il responsabile europeo Pietro Gorlier e il biennio 2020-2021 vedrà lanci di nuovi modelli o aggiornamenti di quelli esistenti e nuove motorizzazioni.
Sul piano occupazionale si regista invece una diminuzione del numero dei dipendenti, dovuto al perfezionamento della vendita di Marelli, all’uscita pensionistica in particolare in Italia di un novero di lavoratori più alto della media, per via delle opportunità offerte dalla legge.
E’ stato poi fatto un focus sulla situazione dei contagi e di contrasto al covid. I protocolli concordati in Italia hanno evitato focolai interni e hanno fatto da punto di riferimento anche per gli altri paesi. Emerge inoltre la disponibilità aziendale a proseguire il confronto col sindacato per rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto di tenere aperto il confronto nel prossimo futuro allorquando si sarà realizzata la fusione con PSA e nascerà Stellantis. Pietro Gorlier ha dichiarato la sua disponibilità in proposito dopo che sarà perfezionata la fusione e comunque ha ribadito che dalla fusione non deriveranno chiusure o ridimensionamenti dell’attività produttiva, in virtù del fatto che tutte le fabbriche stanno ricevendo una precisa missione produttiva e che i marchi italiani continueranno ad esseri guidati dall’Italia.
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