“Richiediamo una dettagliata illustrazione del Piano industriale che verrà realizzato presso gli impianti di Taranto Ex Ilva attualmente eserciti dalla società affittuaria Arcelor Mittal e successivamente del Piano Ambientale, quindi il crono programma e sue scadenze puntuali. Dai diversi colloqui e incontri tenutosi con il Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, si è appreso che il piano prevede la realizzazione di forni elettrici ed il mantenimento di un altoforno a ciclo integrale con il fine ultimo della riduzione di inquinanti e quindi dell’impatto ambientale sul territorio circostante”.
Con questa premessa apre la relazione il Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera alla Xa Commissione Lavoro AA.PP., Commercio e Turismo della Camera dei Deputati.
“In futuro sentiremo crescere sempre più l’impatto che in termini produttivi e di competitività nei sistemi siderurgici su scala mondiale avrà l’utilizzo di materiale preridotto dove, tale materia prima può essere utilizzata non solo nei forni elettrici ad arco ma anche caricata negli altoforni per aumentare la produttività e diminuire il consumo specifico di coke in sostituzione del rottame, sempre più carente da reperire, con il vantaggio che, rispetto a quest’ultimo, non presenta elementi chimici inquinanti. L’Ugl ricorda – prosegue Spera – che la produzione del preridotto avviene prevalentemente attraverso lo sfruttamento del gas Naturale, quindi è necessario poterlo acquistare ad un prezzo competitivo: non è un caso che negli USA stiano utilizzando lo shale gas ad un costo irrisorio per N/mcubo, per alimentare impianti di preriduzione che sono ormai la nuova piattaforma di sviluppo della siderurgia, in modo tale che anche i prodotti realizzati con questo acciaio acquistino più valore. L’Ugl metalmeccanici richiede quale sarà la tecnologia che si intende utilizzare per la costruzione di un eventuale forno elettrico, i tempi di realizzazione dello stesso e degli impianti di preriduzione, ma soprattutto la forza lavoro da impegnare in questo progetto innovativo: elemento cardine del contratto che a breve sarà sottoscritto tra Arcelor e Governo, del quale ancora oggi molto vaghi sono i contenuti, ma molto probabili le incertezze di un futuro lavorativo che investirà i dipendenti della Multinazionale, che – aggiunge Spera – ricordiamo in carico agli ammortizzatori sociali CIGO ordinaria prima e poi riconvertita in COVID da solo sei mesi dopo aver firmato il contratto di assunzione. Non vanno dimenticati i 1700 lavoratori in carico all’ILVA in A. S. dei quali, sconosciute, le loro sorti: l’unica certezza è che le blasonate bonifiche decantate sono ancora in fase embrionale con un impiego di solo 40 lavoratori all’atto della partenza dei lavori, un numero che oseremmo definire ‘ridicolo’. L’Ugl in relazione all’utilizzo del preridotto nel quadro del rilancio della siderurgia esprime parere favorevole ritenendo tale tecnologia una soluzione ai problemi ambientali di Taranto: la Ex ILVA potrebbe finalmente fare pace con la città e il territorio ionico, potrebbe farlo senza tagliare la capacità produttiva, anzi ampliandola, per riconfermarsi il più grande produttore di laminati piani posto al centro del Mediterraneo. L’Ugl – conclude Spera – ritiene la dimensione produttiva, l’unica vera tutela per i posti di lavoro che non può dipendere dalla congiuntura della domanda siderurgica che si affronta con gli ammortizzatori sociali, ma dal posizionamento prospettico dell’impresa sul territorio Nazionale”.