“Non firmeremo alcun accordo se non discusso preventivamente e condiviso con il sindacato. È in gioco il futuro dei lavoratori e l’UGL Metalmeccanici non intende tradirli”. Così il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, ricordando: “La nostra sigla ha sempre sostenuto e lamentato le scarse relazioni industriali con ArcelorMittal. Per noi resta ancora valido l’accordo del 6 settembre 2018, firmato al Mise da Governo, ArcelorMittal e sindacati, pur disatteso per responsabilità politiche e della multinazionale”.
Con il passare del tempo e l’accumularsi degli errori quella dell’ex Ilva “è diventata una vertenza insostenibile: l’intesa del 4 marzo e quella che dovrà essere raggiunta il 30 novembre, senza condivisione con il sindacato e senza un minimo di discussione, ci obbligano a non sentirci impegnati. Restiamo fermi al mese di settembre 2018, quando fu siglato il solo accordo, dopo un doveroso approfondimento sul futuro industriale dell’Ex Ilva, che può portare a buon fine la vertenza madre della siderurgia e dell’Italia”.
“Non accetteremo accordi discussi in altre sedi e con altri interlocutori, non riterremo accettabili accordi preconfezionati. Non accetteremo neanche di fare gli spettatori ai quali ‘si concede’ la sigla a fatto compiuto solo per accontentare l’azienda. Chiediamo invece al Governo un urgente tavolo operativo per conoscere e discutere il piano industriale e occupazionale, la salvaguardia sia dei dipendenti sia dei 1.700 in Ilva AS sia dell’indotto, senza mettere sulla bilancia eventuali esuberi, riduzioni salariali e modifiche del piano industriale e ambientale, intorno al quale si è già perso abbondantemente troppo già dal 2012. L’effetto Covid-19 è stato solo un alibi per permettere all’azienda di prendere ancora tempo e riprogrammare tutto a suo piacimento”.
“L’Ugl Metalmeccanici promette di mantenere alta la guardia e a intraprendere, se sarà necessario, tutte le azioni, pacifici e democratiche, di protesta consentite”, conclude Spera.
Roma, 25 novembre 2020