“La crisi della Ast di Terni, con un grande potenziale che meriterebbe una gestione più attenta a partire dall’organizzazione dal lavoro fino alla gestione delle relazioni sindacali, non deve essere inquadrata solo nell’ambito dei confini nazionali, nonché nella scarsa chiarezza di Thyssen Krupp in merito alle sue reali intenzioni sul futuro del sito ternano, ma nella ben più vasta crisi della siderurgia europea, di cui l’Ue ha una grande responsabilità”.
Così in una nota congiunta il segretario confederale dell’UGL, Adelmo Barbarossa, e Daniele Francescangeli, segretario nazionale UGL Metalmeccanici con delega alla Siderurgia, al termine dell’audizione odierna presso la X Commissione della Camera sulla situazione dell’Ast di Terni, alla quale hanno partecipato insieme a e Daniele Fioretti, coordinatore Rsu UGL Metalmeccanici in Ast Terni.
Per quel che riguarda le responsabilità aziendali “è fondamentale anche per dare risposte a tutte le domande e le paure che i lavoratori ci prospettano a fronte di una riorganizzazione della multinazionale e delle novità intercorse in questi giorni (bilancio della casa madre con perdite che sfiorano i 10 miliardi di euro). Per questo, riteniamo ampiamente motivata l’azione delle Rsu, le quali, per tentare di arginare e risolvere i problemi, sono costrette a ricorrere allo sciopero, nonostante le difficoltà del mercato globale”.
In ambito Ue “al fine di evitare il rischio che le aziende siderurgiche europee possano essere messe nella condizione di uscire dai mercati perché i Paesi emergenti non rispettano le regole e fanno dumping, occorre introdurre un marchio di qualità/certificazione a tutela delle produzioni europee di acciaio; garantire un’effettiva parità di condizioni con i Paesi terzi anche in termini di norme sociali e ambientali; promuovere politiche per il recupero degli scarti di produzione dell’acciaio al fine di mitigare gli alti costi energetici e delle materie prime anche incoraggiando la nascita di consorzi tra aziende energivore; favorire la riqualificazione, la formazione delle nuove attività e l’apprendimento permanente per i lavoratori; attivare forme di agevolazione per l’acquisto di energia elettrica da parte delle aziende energivore; introdurre dazi e politiche antidumping per i maggiori Paesi extra Ue produttori di acciaio e di prodotti semi finiti; avviare un percorso di accesso a veri incentivi finalizzati alla crescita industriale e alla concorrenza sleale dei Paesi extra Ue che non rispettano leggi e diritti umani”.
“Chiediamo al Governo di attivarsi per conoscere le vere intenzioni di Thyssen Krupp rispetto all’Ast e di risolvere la grave carenza infrastrutturale, in particolare il trasporto merci su ferro, soprattutto in Umbria, oltre al corridoio autostradale tra Civitavecchia e Orte”.
Secondo l’Ugl “l’Europa in questa situazione ha una responsabilità grande. La globalizzazione e la concorrenza sui mercati hanno ulteriormente peggiorato la forte disomogeneità non solo tra Paesi ma anche tra aziende, quindi tra lavoratori e l’ambiente”.
Roma, 8 gennaio 2020